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Cinema e arte si incontrano al Reggio Film Fest

by Samantha De Martin

Il mare dello Stretto come colonna sonora e le atmosfere rarefatte di Natino Chirico come parterre a colori di una kermesse vibrante, dove l’uovo-sfera si schiude per sprigionare vita metafisica, tempo che diventa attesa, ottimismo, bellezza.

Si apre così, all’Arena dello Stretto “Ciccio Franco”, l’edizione numero XIV del Reggio Film Fest, l’appuntamento annuale, diretto da Michele Geria, che celebra la settima arte e il suo connubio con la fotografia, la musica, l’attualità, la danza, trasformando, fino al 29 agosto, la città dello Stretto nella suggestiva passerella di vecchi e nuovi talenti attraverso la proiezione di cortometraggi, workshop, presentazioni di libri, incontri con attori e registi, per un’avvincente full immersion nell’universo cinema.

E a un gigante del cinema, Federico Fellini, della cui nascita si celebra quest’anno il centenario, è stato dedicato, nella serata inaugurale del Festival, l’omaggio di un emozionato Natino Chirico, il pittore calabrese, romano di adozione, che riversa nelle sue opere tutto l’entusiasmo di una terra, l’area grecanica, sospesa tra mare e Aspromonte, con il suo costante desiderio di emergere e migliorarsi.

Il maestro calabrese insofferente a vincoli e sodalizi, ispirato da una continua ricerca e da una sperimentazione sempre mutevole, il ritrattista che ha impresso sul cartone con lapis e matite i volti di Gianni Versace e Anna Magnani, ha snocciolato il connubio tra cinema e arte in una bella performance dal titolo Il mio sogno migliore – omaggio a Federico Fellini.

“Mi sono accostato al cinema timidamente – spiega l’artista alla conduttrice del Festival Mirella Sessa, prima di immergersi, tra pitture e colori, nella realizzazione del suo omaggio al regista di Amarcord. – Quando, da piccolo, andavo al cinema parrocchiale a vedere i kolossal, uscivo sentendomi Maciste, Ben Hur…cosí ho scoperto la magia dell’ arte cinematografica del Novecento, con i suoi tempi veloci…”

Ed ecco, in non molti minuti, apparire, con sullo sfondo lo Stretto, la sagoma a colori del maestro alla quale l’arte di Chirico restituisce movimento e memoria, come fosse un film muto, ma dei nostri tempi.

È memoria anche quella che emerge da Departures di Nicolas Morganti Patrignani, il cortometraggio di grande impatto che, accanto a La bellezza imperfetta di Davide Vigore e a La consegna di Paolo Porchi – in concorso per la sezione “Millennial Movie”, ha sviscerato considerazioni e indotto riflessioni profonde sull’eutanasia, la prostituzione, l’integrazione razziale.

Bello e potente anche LockTown – Il Covid a Sud, per la regia di Emanuele Freni, uno sguardo sfaccettato sul lockdown vissuto da Reggio Calabria e raccontato attraverso le voci del sindaco Giuseppe Falcomatà, di un pescatore, di un farmacista, della commessa di un supermercato, dell’allenatore amaranto Mimmo Toscano, dell’imprenditore Tiberio Bentivoglio, di un edicolante,, dei giornalisti Luigi Palamara e di Giusva Branca.

In questo primissimo assaggio di cinema trionfa la sinestesia delle arti con un dialogo intenso tra immagini e note, che si fa danza grazie alla ballerina Samuela Piccolo.

Protagoniste della serata inaugurale del Reggio Film Fest sono anche le Cartoline Rock, un contest di videoclip con produzioni di Alfredo Auspici, Carlo Stanaut, Valentina Balitrieri, Talk is Cheap, Tiziana Serraino.

Fulmen in clausola della serata la proiezione del film Aspromonte – la terra degli ultimi, per la regia di Mimmo Calopresti, direttore artistico del Festival.

In prima fila c’è anche, con la fidanzata Cristina, Marcello Fonte, presidente della giuria “Millennial Movie”, ma soprattutto magistrale interprete di Ciccio “il poeta”, protagonista del film uscito nelle sale a novembre dello scorso anno.

Aspromonte – la terra degli ultimi piace, a tratti commuove. Asciutto, onesto nei confronti di una terra meravigliosa e dannata, questa produzione guarda finalmente alla Calabria come a un luogo di speranza, e non soltanto di sangue, inedia e di vendetta.

C’è soprattutto il coraggio che è un pungolo alla rassegnazione, e c’è la dignità della povertà. C’è la necessità della cultura, e c’è l’unione straordinaria di una comunità che trova nella compattezza il fulcro della lotta, c’è l’accoglienza e anche la rabbia, c’è la bellezza del mare e del sogno, c’è la dolcezza in quel voler costruire una casa “dove morire” e non solo dove vivere.

Il Reggio Film Fest prosegue anche il altre location, tra l’Arena dello Stretto, il Lido Bajanaca, la casa Circondariale G. Panzera, con altri cortometraggi, webserie e red carpet. E che la grande festa continui, in questo colorato incontro tra arte, cinema, musica, danza.

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